lunedì 16 luglio 2012

CORTE UE : Non si paga per la musica: lo studio non è luogo pubblico


Le strutture private non devono pagare la Società Consortile Fonografici. Non sono luogo pubblico. L'annosa disputa legale si è conclusa con la vittoria di ANDI. Un risultato per tutti i professionisti. 


La Corte di Giustizia Europea ha pubblicato la sentenza con la quale si afferma che la diffusione gratuita di musica in uno studio odontoiatrico – ma il principio vale per ogni attività economica di tipo libero professionale – a beneficio della relativa clientela, non dà diritto alla percezione di un compenso a favore dei produttori fonografici.


La vicenda concerne alcune cause promosse dalla Società Consortile Fonografici quale mandataria dei produttori fonografici consorziati. Nell'esercizio della sua attività S.C.F. aveva intrapreso cause pilota contro alcuni dentisti appartenenti ad ANDI, al fine di far accertare che questi, nel proprio studio dentistico privato, diffondessero musica di sottofondo senza pagare alcunché ad S.C.F..


Le sentenze di primo grado risultavano vinte dai dentisti, col supporto fornito dall'ufficio legale Nazionale ANDI. S.C.F. impugnava le pronunce. La Corte d'Appello di Torino, rimetteva la causa alla Corte di Giustizia Europea, per accertare se il diritto europeo, che disciplina la materia, incidesse sull'esito della controversia e in quale misura.


Dinanzi alla Corte di Giustizia, S.C.F. sosteneva che la questione incideva non solo sulla categoria degli Odontoiatri, ma su tutte le libere professioni: i legali di ANDI Nazionale si opponevano motivatamente. I giudici europei, la cui sentenza ha un'efficacia normativa vincolante, accoglievano pienamente la tesi sostenuta da ANDI sin dal primo grado del giudizio, affermando che i pazienti di un dentista – come i clienti di ogni altro studio professionale - non possono essere qualificati come "gente in generale" dal momento che i medesimi sono tutti conosciuti dal professionista, che li riceve singolarmente e personalmente.


"Sono veramente molto soddisfatto del risultato raggiunto, – commenta il Presidente Nazionale Gianfranco Prada – che ribadisce il concetto fondamentale, da sempre sostenuto da ANDI, che lo studio professionale non è luogo pubblico".