Gli Etruschi si distinsero per la loro perizia in odontoiatria. Lo dimostrano le numerose ed ingegnose protesi dentarie ritrovate negli scavi e nelle sepolture; protesi che per la loro precisione, funzionalità, e resistenza hanno destato l'ammirazione di numerosi odontoiatri moderni. Gli Etruschi erano abilissimi nella lavorazione dei metalli, non solo del ferro, bronzo e rame, ma anche dell'oro, dove si specializzarono nella tecnica della granulazione, abilità che gli fu propedeutica per la creazione di protesi dentarie che assumevano a volte il carattere di vere e proprie " opere d'arte".
Tali protesi venivano realizzate utilizzando vari strumenti quali crogioli, trafile, pinze, "saldatori", piccole incudini e trapani.
L'invenzione del trapano risale all'era neolitica dove la trapanazione dei denti veniva eseguita a scopo terapeutico su soggetti viventi usando un trapano rudimentale, presumibilmente in legno equipaggiato con sottile punta di selce e azionato mediante apposito archetto.
I denti usati per le protesi erano per la maggiore dei casi denti umani o animali appartenenti ad essere viventi. Il connubio tra l'abilità nella lavorazione dei metalli e la conoscenza che gli Etruschi avevano dell'anatomia e della patologia dell'apparato masticatorio ha loro permesso di diventare i maggiori esperti nel campo dell'ortodonzia e dell'estetica orale.
Oggi è possibile vedere questi esemplari di protesi etrusche presso i musei di storia etrusca di Roma, Tarquinia e Volterra.
Pochissimi, invece, sono i reperti di protesi dell' epoca romana a causa delle Leggi delle XII Tavole emanate dai decemviri, le quali vietavano la sepoltura o cremazione dei cadaveri ornati di oggetti d'oro, ad eccezione dei fili o bande d'oro usati per la legatura dei denti. Attraverso gli scritti di Marziale e Orazio è possibile reperire alcune notizie riguardo i denti posticci delle cortigiane romane. Essi venivano costruiti in osso o in avorio e la capacità dei tecnici di allora riusciva a farli apparire meno posticci ed inamovibili.
L'invenzione del trapano risale all'era neolitica dove la trapanazione dei denti veniva eseguita a scopo terapeutico su soggetti viventi usando un trapano rudimentale, presumibilmente in legno equipaggiato con sottile punta di selce e azionato mediante apposito archetto.
I denti usati per le protesi erano per la maggiore dei casi denti umani o animali appartenenti ad essere viventi. Il connubio tra l'abilità nella lavorazione dei metalli e la conoscenza che gli Etruschi avevano dell'anatomia e della patologia dell'apparato masticatorio ha loro permesso di diventare i maggiori esperti nel campo dell'ortodonzia e dell'estetica orale.
Oggi è possibile vedere questi esemplari di protesi etrusche presso i musei di storia etrusca di Roma, Tarquinia e Volterra.
Le foto ci mostrano il primo "ponte amovibile" creato dagli Etruschi, risalente al IV sec. a.C. La tecnica utilizzata di solito da questi popoli era quella di fissare su una banda d'oro di vario spessore l'elemento dentario che poteva essere animale o della stessa persona, e a sua volta fissare la banda d'oro ai denti naturali in bocca quindi a destra e sinistra del cosiddetto elemento protesizzato.
Studiando questi resti si può benissimo affermare che molte innovazioni odierne nascono dallo sviluppo di idee antiche con le applicazioni di tecniche attuali. Il popolo etrusco quindi ci ha tramandato un proficuo patrimonio storico sull'antica arte delle protesi.Pochissimi, invece, sono i reperti di protesi dell' epoca romana a causa delle Leggi delle XII Tavole emanate dai decemviri, le quali vietavano la sepoltura o cremazione dei cadaveri ornati di oggetti d'oro, ad eccezione dei fili o bande d'oro usati per la legatura dei denti. Attraverso gli scritti di Marziale e Orazio è possibile reperire alcune notizie riguardo i denti posticci delle cortigiane romane. Essi venivano costruiti in osso o in avorio e la capacità dei tecnici di allora riusciva a farli apparire meno posticci ed inamovibili.